La prima delle due spedizioni estive di AMOA in Camerun ha visto protagonista, a fine giugno, Daniela Smania, ottica e socia dell’Associazione. Ecco il racconto della sua missione a Dschang, durata otto giorni.
L’arrivo a Dschang, dopo qualche peripezia
In volo da Bologna, transitata a Istanbul e arrivata a Doula nella notte, sono ripartita con Erik, collaboratore dell’Hopital Saint Vincent de Paul, l’indomani. Il viaggio Douala-Dschang dura in media 5/6 ore, ma in Africa sai quando parti ma non quando potrai arrivare. A metà viaggio si è guastata l’auto… Una delle cose che non sono mai riuscita a capire dell’Africa è come alla fine le situazioni trovino sempre una soluzione e come l’impegno delle persone ad aiutarsi fra loro produca sempre un esito positivo. Non avrei scommesso un centesimo che saremmo ripartiti con l’auto aggiustata, ma mi sbagliavo di grosso! E alla fine siamo riusciti ad arrivare a Dschang entro il tardo pomeriggio.
L’incontro con Magelan e la nuova mola
Ad attendermi ho trovato le Sorelle della Figlie della Carità e Magelan Djrufack, l’ottico, che all’ospedale lavora nell’ ambito del reparto di oftalmologia. Come primo giorno mi sono limitata ad aprire le valigie e a posizionare il materiale che avevo portato dall’Italia, circa 200 montature -100 occhiali da sole e 100 lenti oftalmiche – nel magazzino dell’ospedale, in quanto il reparto era già chiuso. Dal giorno seguente ho collaudato la nuova mola donata da AMOA all’ospedale e mi sono assicurata del suo buon funzionamento. In effetti, lo strumento permette di assemblare occhiali qualitativamente elevati ma è un modello abbastanza datato, pertanto ho cominciato una lunga discussione col fornitore fino a quando sono riuscita ad ottenere un adeguamento sul prezzo.
Ho eseguito alcuni esami della vista e montato qualche occhiale, anche per verificare la preparazione dell’ottico locale Magelan dopo che AMOA ha sostenuto i suoi studi di ottica; ora è in attesa della certificazione di “ottico abilitato” e la sua preparazione è certamente di buon livello.
L’importanza della comunicazione
Abbiamo lavorato insieme anche riguardo all’organizzazione del reparto di ottica e alla specifica comunicazione al pubblico sulla produzione degli occhiali, che in questi anni non era mai stata fatta. Per dare alle persone locali maggiori opportunità di avere una buona visione bisogna informarle e sicuramente il livello qualitativo del laboratorio di AMOA è molto più alto del livello generale dell’ottica a Dschang. Abbiamo così pianificato cosi di fare comunicazione nei villaggi e soprattutto nell’area di Dschang. Abbiamo rivisto anche la “proposta occhiali” per renderla accessibile anche alle persone economicamente in difficoltà. Il materiale che ho portato come AMOA verrà donato alle persone più povere.
La mamma e i 10 bambini incontrati nella foresta
Le poche volte che sono uscita dall’ospedale mi sono recata ad aiutare le suore che sostengono alcune famiglie che abitano fuori dal paese, in zona più isolate, verso la foresta. Avevo con me anche cappellini e magliette, tutto è stato utile a portare qualche sorriso ai bambini. Mi è rimasta nel cuore una famiglia di dieci bimbi che vivono con la mamma in una catapecchia nella foresta. Il papà purtroppo è mancato e sono molto poveri; quando li ho salutati dopo aver dato loro i nostri piccoli doni e un aver regalato un bracciale alla mamma, mi hanno invitato a pranzo. L’Africa è anche questo, la generosità e l’ospitalità delle persone.
Il Camerun, un paese bellissimo…
Durante la missione è piovuto molto perché è stagione delle piogge; la vegetazione in questo momento rende il Camerun un paese bellissimo, il verde delle piante si alterna al giallo dei fiori e alla terra rosso mattone, tutto il paese è caratterizzato da un colore della terra unico e bellissimo. Il viaggio di ritorno è stato lunghissimo, 8 ore di auto da Dschang a Yaoundee, quindi il volo a Istanbul e il cambio per Bologna. Ho avuto tempo e modo di riflettere sull’operatività di AMOA. Nel dopo Covid sono state visitate tutte le missioni e sono tutte operative. Siamo una associazione non grande ma molto attiva, tutte le missioni che vengono organizzate hanno scopo di seguire e sviluppare progetti che attualmente sono tutti attivi e funzionanti. Mi porto nel cuore anche i sorrisi del team del reparto oftalmico, persone speciali. E i sorrisi delle suore, operative e molto ospitali, è stato bello condividere con loro i pranzi e le cene, cucinavano all’africana. Ora il reparto di oftalmologia è totalmente efficiente, tutti gli strumenti funzionano perfettamente e gli occhiali del laboratorio sono altamente qualitativi.