Per la rubrica “Amoa spiega”, oggi il dottor Sergio Tabacchi illustra una delle malattie più comuni diffuse in Africa, il tracoma: una delle principali cause di diffusione sono le scarse condizioni igieniche.
Cos’è
ll tracoma è un’infezione batterica della congiuntiva e della cornea provocata da un batterio gram negativo, la “Chlamydia trachomatis”.
Come si diffonde
Questo batterio viene trasmesso di occhio in occhio da insetti come mosche e moscerini, specialmente in aree caratterizzate da igiene carente e scarsità di acqua potabile. Tra i fattori indiretti cui si lega la presenza del tracoma vanno infatti segnalati: mancanza di acqua, assenza di bagni, povertà diffusa, abbondanza di insetti, prossimità al bestiame e sovrappopolazione.
La trasmissione del tracoma, avviene più facilmente all’interno delle famiglie a causa della scarsa igiene dei più piccoli. Il tracoma è endemico nelle regioni più povere del Nord Africa, Medio
Oriente, subcontinente indiano, Australia e Sud-est asiatico e colpisce in particolar modo i bambini tra i tre e i cinque anni.
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), nel mondo oltre 150 milioni di bambini sono stati infettati e rischiano di diventare completamente ciechi.
Sintomi e decorso
I primi sintomi si manifestano con arrossamento, forti bruciori, lacrimazione e gonfiore delle palpebre. In poche settimane i follicoli congiuntivali si infiammano e i vasi capillari invadono la cornea.
Durante il decorso della malattia si formano cicatrici nella parte interna della palpebra che si incurva verso l’interno (entropion), e si ha anche inversione delle ciglia (trichiasi). Queste ultime sfregano la cornea provocando ulcerazioni che si infettano e provocano in cicatrici che progressivamente conducono alla completa cecità.
Tutto ciò è particolarmente grave in paesi sottosviluppati o in via di sviluppo, poiché compromette seriamente la possibilità di lavorare e di provvedere al proprio sostentamento.
Trattamento
Il trattamento d’elezione è un antibiotico, l’azitromicina, dose singola orale di 20 mg/kg; oppure si può utilizzare per 3-4 settimane una pomata oftalmica a base di doxiciclina (una tetraciclina).
Nei casi di gravidanza inferiore ai sei mesi o bambini allergici, si utilizza per via sistemica eritromicina o sulfamidici. La terapia chirurgica è riservata agli stadi più avanzati della malattia con interventi di chirurgia plastica sulle palpebre per evitarne l’incurvamento.
Prevenzione
La prevenzione può avvenire col miglioramento delle condizioni igieniche delle popolazioni colpite e con la lotta agli insetti vettori (moscerini e mosche). Inoltre, è importante evitare i contatti diretti tra individui infetti e individui sani.
Gli sforzi per prevenire la malattia includono il miglioramento all’accesso di acqua pulita e un trattamento con antibiotici di gruppi di persone suscettibili alla malattia perché particolarmente diffusa in quella zona. Un’igiene migliore di per sé non è sufficiente come misura preventiva, ma è utile in concomitanza ad altre misure.
Epidemiologia
Nel 2008 risultavano infetti tra i 40 e gli 80 milioni di persone e tra i 1,3 e gli 8 milioni di persone accusavano una cecità permanente dovuta al tracoma. Circa 110 milioni di persone vivono in aree endemiche e necessitano di cure. Altri 210 milioni di persone vivono in aree di sospetto tracoma endemico. Il Ghana, il Messico, l’Arabia Saudita, l’Iran, il Marocco e l’Oman dicono di aver eliminato la malattia dal territorio nazionale.
Il numero di persone a rischio di tracoma è diminuito del 91% dal 2002, secondo le nuove statistiche dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Nel 2002 circa 1,5 miliardi di persone in tutto il mondo erano a rischio di contrarre il tracoma, ma i dati presentati dal dott Anthony Salomon in una conferenza in Mozambico (Global Elimination of Trachoma by 2020 – GET2020), mostrano che le persone ancora colpite dalla malattia sono poco più di 142 milioni mentre lo scorso anno erano 157,7 milioni.
E tutto ciò lascia ben sperare per il futuro.