30 Gennaio 2025

Cronache da Adwa: i risultati medici e ottici della missione AMOA

Dal 2 al 12 novembre AMOA si è recata in Etiopia, alla missione Kidane Mehret di Adwa. Hanno partecipato: i medici Sergio Tabacchi, Alessandro Romani, Lucia Benatti; gli ottici Daniela Smania, Rocco Romagnoli, Gaia Romagnoli, Nicola Longhi, Concetta Romano; il tecnico strumentista Massimiliano Giovannini. Ecco i racconti di Sergio Tabacchi e Daniela Smania.

Sergio Tabacchi: risultati davvero interessanti

Con i giovani colleghi Alessandro e Lucia e con Massimiliano, che già mi aveva accompagnato in altre missioni, siamo partiti con alcuni obiettivi ben precisi:

1) Effettuare visite oculistiche ed interventi chirurgici

2) Valutare l’attività che sta svolgendo il giovane chirurgo etiope, il dott. Hailay, da qualche mese con noi

3) Valutare l’attività delle due infermiere  da qualche mese in formazione

4) Incontrare il ministro della sanità del Tigray, il dott. Amanuel, per invitarlo ad inserire il dottor Hailay nel “Progetto Shine”, sovvenzionato da una fondazione americana e che prevede il pagamento da parte della fondazione stessa del chirurgo oculista, del chirurgo generale e del ginecologo per l’attività che svolgono all’interno dell’ospedale Kidane Mehret di Adwa.

Nel corso della missione abbiamo effettuato oltre 400 visite ambulatoriali e 44 interventi chirurgici. Il dottor Hailay, giovane oculista etiope, lavora bene chirurgicamente, è preparato, effettua con rapidità e competenza interventi di cataratta e può dare una buona continuità alla routine ambulatoriale e chirurgica dei prossimi mesi. Altrettanto preciso e attento è lo strumentista di sala operatoria, Boniface, e così tutta l’équipe degli infermieri.

Durante la nostra permanenza abbiamo avuto la possibilità di lavorare in due sale operatorie in contemporanea grazie al nuovo microscopio operatorio Leica donato da AMOA e al microscopio operatorio già esistente e perfettamente funzionante.

Ottimo anche il lavoro eseguito dalle due infermiere in formazione addette all’ambulatorio. Assieme a suor Laura, abbiamo quindi incontrato il dott. Amanuel e il nostro proposito di inserimento del dott. Hailay è andato a buon fine.

Gli incontri fuori programma

Sono seguiti alcuni interessanti incontri fuori programma di cui vale la pena raccontare.

In occasione della visita al ministero della sanità a Makalle, capitale del Tigray, abbiamo avuto la fortuna di incontrare il dott. Awot, giovane medico che lavora presso la Clinica Oculistica della capitale dove attualmente sono presenti 9 professionisti. Va sottolineato come in tutto il Tigray, che ha una popolazione di circa 18 milioni di abitanti, gli oculisti sono 24, compresi gli specializzandi.

Nella clinica di Makalle, pur con una strumentazione molto semplice, gli oculisti riescono ad effettuare tante visite e ad operare 100 pazienti a settimana. Quindi grandi elogi ai colleghi che lavorano con stipendi purtroppo modesti e con difficoltà a reperire farmaci e materiale per sala operatoria.

Ma la cosa forse più interessante, che ci fa ben sperare per il futuro, è stato il contatto nel corso della nostra missione con i responsabili di una ONG americana che ha sede ad Addis Abeba, la “Cure blindness project”, che organizza nei vari ospedali del Tigray due campagne all’anno di chirurgia della cataratta effettuando circa 1500 interventi in una settimana per ogni missione.

Abbiamo avuto la fortuna di assistere a una giornata di chirurgia durante questa campagna e abbiamo riscontrato una organizzazione perfetta: sei chirurghi operano in contemporanea e vengono effettuati circa 200 /250 interventi ogni giorno con una tecnica che da sempre viene utilizzata in Africa per la chirurgia della cataratta con l’impianto di cristallino artificiale senza punti di sutura: tecnica sicura e molto rapida.

Abbiamo preso contatti, abbiamo parlato a lungo con il coordinatore di questa ONG che in questi giorni è venuto a visitare la nostra struttura rimanendone favorevolmente impressionato. I responsabili della ONG si sono dimostrati molto interessati a una collaborazione con il nostro ospedale e di questo siamo molto soddisfatti.

Finalmente dopo tanti anni di difficoltà, sacrifici e speranze disattese potrebbe essere l’occasione di una svolta definitiva. Il tutto finalizzato ad aiutare soprattutto la parte di popolazione più povera, tra cui la cecità provocata dalla cataratta ha numeri impressionanti.

Daniela Smania: un’esperienza straordinaria

Siamo partiti in gruppo il 2 novembre da Roma con Ethiopian Airlines, destinazione Axum, due valigie a testa piene di materiale da lavoro e vestiti per bambini.

Arrivati ad Addis Abeba abbiamo avuto un piccolo incidente di percorso in quanto alla dogana ci hanno sequestrato parte del materiale (380 lenti oftalmiche e 350 occhiali premontati). Il primo giorno abbiamo eseguito un sopralluogo nell’ambulatorio che nei giorni successivi avremmo utilizzato per fare le visite e organizzare il laboratorio ottico. Purtroppo in tutta la città di Adwa non c’era la corrente elettrica a causa di un guasto pertanto non abbiamo potuto provare la strumentazione, ma siamo riusciti comunque ad organizzare il materiale e gli spazi di lavoro.

L’obiettivo principale della missione era valutare la strumentazione e capire come e quando intervenire come associazione per creare un laboratorio ottico che possa avere una continuità autonoma nel tempo, individuare risorse umane adatte alla formazione e nel contempo assemblare e fornire occhiali alla popolazione locale, fare un punto della situazione per pianificare il futuro del progetto riguardo al coinvolgimento di AMOA.

In tempi rapidi è stato ripristinato il laboratorio di ottica e messa in efficienza la mola inviata in precedenza da AMOA, una mola manuale, un frontifocometro, ventilette e minuteria.

È stato inoltre organizzato un corner di ottica all’interno dell’ambulatorio oftalmologico, con occhiali premontati di svariati poteri, montature ed occhiali da sole già presenti nella missione da poter offrire ai pazienti nei giorni successivi.

Le persone che nei giorni precedenti al nostro arrivo si erano prenotate per un controllo visivo, sono state visitate dai medici e successivamente guidate nella scelta della montatura con esito finale, fornitura di un occhiale costruito secondo criteri personalizzati, occhiale premontato o occhiale da sole.

In una settimana di lavoro abbiamo visitato 263 pazienti, preparato e distribuito 249 occhiali da letture, sole e laboratorio.

La missione Kidane Mehret di Adwa dal punto di vista ottico ha un potenziale ed un’utilità enorme, il paese è ancora ferito dal genocidio e il “Kidane Mehret” è l’unico ospedale ad assicurare cure di qualità.

Sicuramente la strada da percorrere è ancora lunga, alla base di un servizio stabile sicuramente c’è l’attesa struttura, attualmente in costruzione, dove poter assemblare il laboratorio in pianta stabile.

Durante la nostra permanenza, Nicola Longhi si è tra l’altro occupato della formazione del personale locale. Si tratta di tre ragazze: Semhal, Merhawit, Meraf, le quali si sono dimostrate interessate e capaci ad apprendere come si esegue il taglio delle lenti e il montaggio dell’occhiale. La formazione potrebbe ora proseguire da remoto.

La missione umanitaria Adwa 2024 ha rappresentato un’esperienza straordinaria e significativa per tutti noi, sia a livello personale che professionale. Durante il periodo trascorso nel paese, abbiamo avuto l’opportunità di confrontarci con realtà profondamente diverse, ma anche di partecipare attivamente a iniziative che hanno avuto un impatto concreto sulla comunità locale. I pazienti hanno mostrato un’incredibile forza d’animo nonostante le difficoltà quotidiane ed hanno apprezzato molto il nostro servizio.

 

Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per fornire alcuni servizi. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi