Come evolve l’emergenza sanitaria legata al coronavirus in Camerum? Ecco le testimonianze di Magelan Djeufack, ottico, e di Léonce Tsemo, Tecnico superiore in oftalmologia.
Magelan Djeufack, ottico
In Camerun, con le misure adottate dal governo nei confronti del Covid-19, la situazione al momento la possiamo considerarla stabile. Il governo non comunica più con continuità le cifre della diffusione del virus, ma raccomanda vivamente il rispetto delle misure di distanziamento sociale.
La popolazione ha consapevolezza di quale minaccia rappresenti il coronavirus, ma le nuove norme, anche per necessità di vita e di lavoro, sono difficili da rispettare.
Qui all’ospedale Saint Vincent de Paul di Dschang, la “sorella” responsabile ha preso provvedimenti per proteggere tutto lo staff e i pazienti istituendo sistematici punti di lavaggio delle mani, fornendo mascherine e limitando i visitatori. Tutte misure obbligatorie anche per noi ottici e per i pazienti di oftalmologia.
Il nostro ospedale non si prende cura dei pazienti con Covid; chi è sospettato di avere contratto il virus viene immediatamente indirizzato negli ospedali dedicati.
La gente è preoccupata di contrarre la malattia, e anche le visite oculistiche sono di molto diminuite. Abbiamo comunque provveduto a rassicurare tutti coloro che sono in attesa di interventi chirurgici e di cataratta che appena possibili riprenderemo l’attività.
Léonce Tsemo, Tecnico superiore in oftalmologia
Consentitemi anzitutto di ringraziare nuovamente AMOA per tutto quello che fa per noi, a nome dell’intero team del dipartimento di oftalmologia dell’ospedale St Vincent de Paul di Dschang.
In Camerun il confinamento non è totale. I mercati e i negozi sono aperti e i principi di distanziamento sociale purtroppo non sono rispettati dalla popolazione. E non esiste assistenza governativa oltre alla consulenza fornita.
Organizziamo follow-up telefonici e le visite ad alcuni pazienti a casa. Da agosto un’équipe ospedaliera sarà responsabile delle visite e del monitoraggio regolare dei pazienti alla propria abitazione.
La frequenza delle visite oftalmologiche in ospedale è diminuita, ma il servizio rimane operativo.
Per quanto riguarda materiali di consumo e materiali, avremmo davvero bisogno di farmaci, guanti, mascherine, e persino di alcuni dispositivi quali oftalmoscopio diretto, retinografo, tomografo, ultrasuoni, pachimetro.