Resta complessa e preoccupante la situazione in Etiopia, sconvolta dalla guerra ormai da quasi un anno. Lo scontro tra governo centrale e forze ribelli del Tigrè si sovrappone ai conflitti etnici e rischia di allargarsi ancora. Il conflitto interessa principalmente la zona del Tigray dove, ad Adwa, c’è l’ospedale delle suore salesiane sede del progetto oculistico che AMOA porta avanti da circa 10 anni.
Il punto della situazione con Sergio Tabacchi, medico e socio AMOA
“Mentre il progetto ad Adwa si stava avviando alla conclusione, avendo noi individuato un oculista locale in grado di portare avanti la routine quotidiana sia dal punto di vista medico che chirurgico, è scoppiata questa tremenda guerra tra Il governo centrale e l’etnia tigrina. Attualmente l’ospedale sta lavorando a pieno ritmo dando assistenza alle donne che partoriscono e facendo fronte alle emergenze. È questo, purtroppo, il solo segnale di speranza, anche se importante.
Infatti, il progetto oculistico di AMOA è praticamente fermo perché gli spostamenti all’interno dell’Etiopia, soprattutto verso Nord, sono bloccati. A ciò si aggiungono le criticità legate alla pandemia e all’emergenza sanitaria, oltre che alla carestia che affama grande parte della popolazione. Seguiamo ormai da un anno con apprensione l’evoluzione degli eventi nella speranza prima o poi di ritornare ad Adwa. Suor Laura e le sue consorelle vivono insieme agli altri volontari presenti in missione la drammatica quotidianità. Come AMOA, continuiamo a essere loro vicini e a supportarli concretamente, seppur da lontano”.