Di ritorno dal Rwanda, l’oculista Gian Luca Laffi, che era accompagnato dal fotogiornalista Giulio Paletta, racconta la missione AMOA, dal 31 luglio all’8 agosto, al RCEH (Rwanda Charity Eye Hospital) situato nel distretto di Kamoni, a poco meno di un’ora da Kigali, su una collina di 1600 metri di altezza.
Di seguito, la testimonianza.
Il Rwanda, è chiamato il paese dalle mille colline, tutte superiori ai 1000 metri e nonostante la ricchezza della sua terra è ancora tra i paesi più poveri al mondo. Grazie a Giulio è stata documentata l’attività dell’ospedale, attualmente a pieno regime con più di 5000 interventi all’anno, almeno 750 visite alla settimana e questo grazie al contratto effettuato con la ‘mutuelle de santé’, l’assicurazione obbligatoria per i ruandesi che copre il 90% della spesa del paziente negli ospedali pubblici e da metà 2019 anche nel RCEH diretto dal dott. Piet Noé. Dopo i due anni di Covid, l’ospedale ha aumentato le prestazioni grazie a 2 oculisti permanenti ed altri saltuari, 15 Clinical Officer (infermieri specializzati in oculistica) che eseguono visite ed aiutano in sala operatoria e ad altro personale infermieristico ed amministrativo.
Al Rwanda Charity Eye Hospital
Lo standard qualitativo è elevato grazie alla professionalità e alla strumentazione di primo livello, che non ha niente da invidiare ai migliori centri di oculistica italiana. La cartella clinica è informatizzata e tutte le prestazioni vengono registrate così come gli acquisti e le spese. L’ospedale ha raggiunto l’autonomia economica grazie al rimborso delle assicurazioni, e grazie ai pazienti privati che non hanno problemi economici o che arrivano dagli stati confinanti, primi fra tutti il Congo che ha un livello sanitario molto scarso.
35 operazioni e tanta formazione
Oltre ad avere operato 35 pazienti affetti da glaucoma, patologia molto diffusa in Africa, come AMOA abbiamo posto le basi per un percorso formativo di sanitari africani provenienti da altri Paesi. Le difficoltà di questo progetto sono molteplici: preparare i numerosi documenti richiesti dal governo ruandese, creare un programma di insegnamento che non rallenti troppo l’attività frenetica dell’ospedale, trovare i fondi per coprire le spese di viaggio, vitto e alloggio e delle spese per ospitare l’ottico o l’infermiera di un’altra struttura sostenuta dalla nostra associazione.
Il laboratorio di ottica
Il rinnovato laboratorio di ottica, appena inaugurato con 1 sala esposizione per l’acquisto da parte dei pazienti, un laboratorio per il confezionamento di occhiali di tutti i tipi, compreso i progressivi, un magazzino lenti e montature, è gestito dalla lussemburghese Isabelle. AMOA aiuterà il laboratorio con l’invio di migliaia di montature nuove dal momento che adesso ‘l’optical shop’ dell’ospedale distribuisce circa 40 occhiali al giorno.
Il Rwanda Charity Eye Hospital è un raro esempio di efficienza e professionalità al servizio dei poveri innanzitutto, ma con caratteristiche imprenditoriali che gli permettono autonomia e attrazione verso i pazienti benestanti. AMOA continuerà sicuramente a sostenere il dottor Piet ed il suo ospedale.