L’emergenza sanitaria, come facilmente prevedibile, in Africa sta avendo un pesante impatto su situazioni già molto complesse e in continuo peggioramento. Le fonti di AMOA in Madagascar, ad esempio, parlano di statistiche legate al Covid 19 difficilmente attendibili, in quanto i tamponi effettuati sono pochi e tanti sperduti villaggi non interessati dall’opera di tracciamento. Un piano vaccinale nazionale non esiste. E mentre appare plausibile che la diffusione del virus sia in parte frenata dalle condizioni climatiche ed ambientali, si acuisce nel frattempo la gravità di un’altra emergenza, quella alimentare.
Nelle tre regioni del Sud confinanti con quella di Ihorombe, la cui capitale è Ihosy, la situazione attuale sarebbe drammatica. Lo rende noto il Programma Alimentare Mondiale dell’ONU, che evidenzia come si stiano registrando moltissime morti dovute alla perdurante carestia. Infatti, in tutta l’area non piove da tre anni e, come non bastasse, sporadici uragani distruggono quel poco di coltivazione possibile.
A ciò si aggiunge una grave recessione, legata anche alla pandemia, per la mancanza di lavori stagionali e l’impossibilità di spostamenti. Gran parte degli abitanti del Sud è costretta ad alimentarsi con tamarindo mescolato con argilla.
Il Centro Medico Sanitario di Ihosy, causa confinamento, è rimasto chiuso per tutta la primavera e l’estate scorsi, pur rimanendo disponibile per i casi urgenti e di Covid, con tutte le difficoltà relative alla mancanza di farmaci che non potevano arrivare per il blocco dei trasporti e alla corretta prevenzione per la mancanza di mascherine.
Dallo scorso mese di settembre è ripresa l’attività di medicina generale e di odontoiatria. Per quanto riguarda l’oculistica è ripartita l’attività del laboratorio di ottica e nel mese di ottobre sono stati effettuati 12 interventi di cataratta.
Il dott. Jores, oculista locale, non ancora ha potuto recarsi a Ihosy per le visite previste causa mancanza di collegamenti. A metà febbraio è in programma l’arrivo a Ihosy del dott. Liva per effettuare interventi di cataratta, ma si parla già ora di un ulteriore blocco di tutte le attività, sempre causa pandemia.