23 Novembre 2024

Madagascar, situazione grave tra covid, carestia
e impossibilità di operare

Continuano a essere carenti e frammentarie le informazioni media sulla situazione nei Paesi africani. Come AMOA, per tenere desta l’attenzione e per sensibilizzare, riportiamo i colloqui con i nostri collaboratori nei luoghi dei progetti e delle missioni. Oggi parliamo del Madagascar, le testimonianze sono state raccolte da Lino De Marinis, medico oculista, socio e volontario dell’associazione.

Arrivano ancora notizie poco rassicuranti ed allarmanti dal Madagascar circa la situazione della pandemia da coronavirus. Nelle scorse settimane il Consiglio dei Ministri ha chiesto agli albergatori della capitale di mettere a disposizione delle camere per i malati covid meno gravi, sono state requisite alcune scuole per lo stesso scopo, l’Africa Centers for Disease Control and Prevention ha segnalato la presenza a fine marzo in 18 paesi africani, tra cui il Madagascar, della variante covid sud-africana con caratteristiche diverse, paragonabile ad una malattia vascolare sistemica.

La situazione è grave nella capitale Antananarivo e sta precipitando in periferia e nei villaggi più sperduti. Il governo centrale ha solo recentemente aderito al programma mondiale Covax per la vaccinazione di massa nelle popolazioni dei paesi in via di sviluppo, ma in Madagascar, per una popolazione di 27 milioni di persone, sono arrivate in questi giorni solo 250.000 dosi e non è possibile conoscere la data dei prossimi invii. Per i residenti con passaporto europeo con età superiore ai 55 anni è prevista la vaccinazione dal 10 maggio nell’ambasciata francese.

Ad Ihosy l’ospedale pubblico è saturo di malati covid, tra cui alcuni sacerdoti diocesani e suore. Nel Centro Medico Sociale della diocesi, presso cui si recano i volontari AMOA, l’80% degli assistiti sono malati covid. Jacqueline, responsabile del Centro, ha dovuto chiudere l’ambulatorio di odontoiatria per malattia del dentista, per una settimana è stato chiuso anche l’ambulatorio di oculistica, il chirurgo generale che operava al Centro è deceduto di covid proprio il giorno in cui doveva operare. Il dott. Liva, il chirurgo oculista, ha dovuto rimandare i 19 interventi di cataratta prenotati per il mese di aprile per impossibilità di muoversi dalla sua città. L’ossigeno scarseggia ovunque, è difficile reperire i farmaci che usano per contrastare la pandemia (azitromicina, idrossiclorochina e vitamine).

A questa situazione critica per la pandemia si aggiunge il dramma della carestia che sta colpendo il Sud del Madagascar, compreso alcuni villaggi della regione di Ihosy, l’Ihorombe.  La situazione è destinata a peggiorare, secondo l’Integrated Food Security Phase Classification (IPC), organismo multi-agenzia che monitora la sicurezza alimentare globale, il quale ha emesso un avviso di deterioramento prolungato dell’insicurezza alimentare nel Grande Sud del Madagascar da aprile a dicembre 2021 che interesserà oltre 1 milione di abitanti. Non piove da molti mesi e si avvicina la stagione secca, la popolazione dell’area non riesce più coltivare soprattutto il riso, alimento principale della loro alimentazione per cui le scorte alimentari si sono esaurite ed è costretta spesso a cibarsi di sementi e insetti. Ne consegue un’altissima mortalità, soprattutto tra i bambini, per fame. Gli aiuti umanitari internazionali stentano ad arrivare e la popolazione locale può contare solo su aiuti di alcune associazioni di volontariato.

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