AMOA a fianco del Rwanda, che vive giorni assai complessi. Grazie a Michela Russo
sono arrivate migliaia di mascherine
L’impegno di AMOA a fianco del Rwanda, che vive giorni difficili a causa della pandemia (leggi qui per approfondimenti), segna già oggi un importante risultato. Grazie all’impegno diretto di Michela Russo, volontaria dell’Associazione, che ha promosso e sostenuto un’importante serie di donazioni, si è riusciti a far arrivare un notevole numero di mascherine in Rwanda, pari a una cifra corrispondente a circa mille euro.
La storia di Michela Russo merita di essere raccontata. “Da oltre 10 anni sono impegnata a seguire progetti oculistici in diverse strutture sanitarie nel Paese – spiega Michela -. Molti eventi rimangono nel cuore. Infiniti incontri, volti indimenticabili, esperienze indescrivibili sono il motore di questa mia continua ricerca. Ma qualcosa di speciale credo di averlo vissuta appieno: si tratta del progetto ‘Chemioterapia per bambini con retinoblastoma’. Nell’ottobre 2011 sono ospite dal dottor Piet Noë, oculista belga, allora direttore dell’ospedale ‘Kabgay Eye Unit’, per il progetto ‘Aiutiamo il Rwanda a vederci meglio’ e per valutare l’acquisto di apparecchiature elettromedicali. Un giorno, per puro caso, mi trovo in sala operatoria ad osservare il lavoro del dottor Piet e della sua équipe ed assisto ad alcuni interventi di exeresi chirurgica su bambini piccolissimi affetti da retinoblastoma (tumore oculare dell’età infantile) e destinati a morire dopo poco tempo, ma con minore sofferenza. Ogni anno si valutano circa 40 bambini con questa patologia oncologica. Non ci sono medicinali idonei in Rwanda perché molto costosi e manca personale oculistico qualificato per praticare le cure. Non ricordo come sia riuscita a resistere e rimanere lì: ero come pietrificata, non si può descrivere così tanto dolore, specialmente quando è coinvolto un bambino. Bisognava assolutamente trovare una cura chemioterapica il prima possibile, come in Uganda”.
Contro il retinoblastoma un impegno
che continua
“Dopo essere stata autorizzata da AMOA – prosegue Michela Russo – mi attivo nell’affrontare le varie questioni, per nulla facili: acquisto farmaci di tipo speciale, formazione personale ospedaliero, costi elevati e spedizione. Al mio rientro in Italia, in pochi mesi riesco ad organizzare il tutto e il dottor Piet si rende disponibile per la formazione. Il motore della solidarietà dei sostenitori di AMOA ci permette di affrontare i costi per l’acquisto delle cure e anche se il Ministero della salute rwandese conferma di non riconoscere l’importazione dei chemioterapici, supero anche questo ostacolo e parto con tre valigie contenenti i preziosi farmaci per la cura di 40 bambini, destinazione Kigali. L’arrivo in ospedale è stato festoso, lo ricordo come fosse oggi: quanta gratitudine, ringraziamenti ad AMOA da tutto il personale oculistico e da tutti i pazienti. Dal 2012 ad oggi il progetto per l’acquisto dei farmaci è tuttora attivo, i risultati sono soddisfacenti, quasi tutti i bambini sopravvivono grazie alla chemioterapia”.