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In Senegal, dati recenti riportano la presenza di circa 60 oculisti. In tutto il Paese! Di questi, l’83% esercita nella regione di Dakar. Nove regioni su quattordici dell’intero Senegal non hanno neanche un oculista.
Dove dunque, se non in Senegal, poteva muovere i primi passi AMOA, in questo Paese francofono dell’Africa Occidentale che si estende fra le regioni aride sahariane e quelle umide guineane, con dimensione pari a due terzi rispetto all’Italia.
Il sistema sanitario nazionale è strutturato come una piramide a quattro livelli: ospedale centrale, ospedale regionale, distretto sanitario, comunità rurale. L’assistenza sanitaria è a pagamento, a parte il primo soccorso. Le prestazioni di oculistica, di conseguenza, sono tutte a carico del paziente.
Il Centro oftalmologico di M’Bour, costruito su una discarica, iniziò la sua attività nel novembre del 1995 grazie all’associazione svizzera guidata da Lilly Vogel, che dedicò il centro alla memoria del padre non vedente. Gli ipovedenti ed i loro familiari vennero aiutati attraverso l’allestimento di un ambulatorio oculistico, di un’aula didattica e di una piccola foresteria per non vedenti, oltre che di un laboratorio di cucito ed artigianato.
L’idea di avviare un progetto oculistico a M’Bour si sviluppò per volontà di due amici, Babacar Cissé e Gian Luca Laffi (per 20 anni presidente AMOA), giovani medici che si erano conosciuti anni prima durante il loro percorso formativo in oculistica presso l’Università di Ginevra.
Oggi il centro oftalmologico è per M’Bour un fiore all’occhiello. Dotato, grazie al contributo di AMOA, di una sala operatoria con ogni attrezzatura, di 2 ambulatori oculistici, di un ambiente dove eseguire la refrazione e di un laboratorio di ottica completo di mola automatica.
AMOA ha organizzato più di 30 missioni a M’Bour fornendo al laboratorio, nel tempo, una vasta gamma di lenti per cui è possibile assemblare un occhiale nel giro di un’ora (servizio che anche in Italia garantiscono in pochi).
Ma la presenza di AMOA si sostanzia ancora oggi anche in Casamance, nel piccolo villaggio di Cabrousse, al confine con la Guinea Bissau. Il progetto nacque nel 2014 ma la svolta risale alla primavera del 2016, quando fu concessa ad AMOA la disponibilità di un terreno su cui costruire un ambulatorio.
Fu il socio Alessandro Tintorri, architetto, che redasse il progetto e seguì i lavori in prima persona, intervenendo anche manualmente assieme ai volontari di AMOA e Kasomay, nel mese di novembre di quell’anno l’ambulatorio era già pronto e funzionante.
In Senegal, AMOA ha visitato più volte i bambini dell’asilo “La Maman Plus” di Thiadaye ed ha provveduto al ripristino del tetto quando le intemperie l’avevamo distrutto. Per lungo tempo ha sostenuto anche le attività della scuola per ciechi di Thies, attraverso visite oculistiche e’allestimento di una sala informatica.
Attualmente sono attivi i progetti a M’Bour e in Casamance.