Giorni di tensione e proteste in Senegal. Migliaia i giovani nelle piazze delle città. Numerosi gli scontri
Sono giorni di grandi tensioni e proteste in Senegal. Manifestazioni di massa, caratterizzate soprattutto dalla presenza di migliaia di giovani, scuotono il Paese. Sotto accusa il governo, per la dilagante crisi economica e per la continua repressione dei diritti umani. Purtroppo, in molte città si è assistito a vere e proprie scene di guerriglia urbana e a scontri tra manifestanti e forze dell’ordine. Si segnalano, dall’inizio del mese di marzo, almeno 4 morti, numerosi feriti, decine di arresti. Si tratta, peraltro, di scene inusuali per un Paese da molti considerato un esempio di stabilità e democrazia.
AMOA, che in Senegal è attiva soprattutto a M’Bour e Casamance, segue con preoccupazione l’evolversi della situazione.
L’8 marzo è cominciata una mobilitazione di tre giorni indetta in tutto il Paese dalla piattaforma “Aar sunu democratie”, movimento per la difesa della democrazia, che riunisce esponenti delle associazioni e dell’opposizione. Una mobilitazione pacifica, presentata come invito a scendere “in massa per le strade di Dakar e nelle regioni, dipartimenti, comuni e villaggi a partire dall’8 marzo, giorno di lotta e affermazione dei diritti delle donne, che saranno invitate a uscire e camminare a fianco di i loro nipoti e figli per aiutarli nella loro ricerca di un futuro migliore”.
È stata diffusa inoltre una comunicazione congiunta delle ambasciate dei Paesi aderenti all’Unione Europea, a cui si sono unite quelle di Canada, Corea del Sud, Giappone, Regno Unito, Stati Uniti e Svizzera, in cui si esprime apprensione e si auspica una soluzione pacifica, in linea con la storia e la vocazione del Paese. “Facciamo appello alla moderazione, a evitare la violenza, alla protezione delle persone e dei beni, così come a un ripristino pacifico della calma e del dialogo”, vi si legge.
Il presidente della Commissione dell’Unione Africana, Moussa Faki Mahamat, ha espresso la propria “preoccupazione di fronte agli avvenimenti in Senegal, la perdita di vite umane e i danni materiali”, condannato “gli atti di violenza e saccheggio e ogni inclinazione alla sediziosità”, e ribadito “il suo attaccamento a una soluzione di tutte le crisi e tensioni africane con mezzi pacifici, dialogo, nel rispetto dell’ordine, della pace civile e dello stato di diritto”.