Sono nato nel nord del Camerun, quasi al confine con il Chad, in una terra estremamente povera, con un clima che risente fortemente della vicinanza col deserto del Sahara. Primo figlio del patriarca Chikouakeul, allevatore e coltivatore, e di mamma Damsoulaïe, che purtroppo morì quando avevo solo 4 anni.
Era il 1987: vedendo gli altri bambini giocare in cortile, chiesi di iscrivermi alla scuola di primo livello. Era gratuita e questo convinse mio padre, che inizialmente si opponeva perché riteneva la scuola un luogo di aggregazione di bambini pigri e di strada. Successivamente cambiò idea.
Negli anni successivi venni “segnalato” perché, essendo come rendimento tra i primi 3 della classe, avevo diritto ad una borsa di studio e al materiale scolastico. Sono poi riuscito a iscrivermi alla scuola secondaria, sempre grazie alle borse di studio e alla preside del college che convinse papà e che mi garantì uno stage retribuito durante le vacanze.
Il sogno di diventare medico nacque subito, quando, bambinetto, vidi morire mamma per un’ustione non adeguatamente curata, nonostante il lungo tempo trascorso in ospedale. Ma servivano raccomandazioni politiche per ottenere la borsa di studio necessaria, così dovetti “ripiegare” verso la scuola di scienze infermieristiche a Garoua, dove mi sono diplomato nel 2004.
Da infermiere ho iniziato a prestare assistenza all’ospedale San Vincent de Paul a Dschang, continuando simultaneamente gli studi, dapprima come TSO (Technicien supérieur en ophtalmologie) e poi OpeCat (Opérateur des Cataractes).
I corsi da TSO e OpeCat si svolgevano in strutture lontane da casa, fino addirittura in Congo, per cui dovevo allontanarmi dalla famiglia per lunghi periodi, concentrando l’attività lavorativa nei periodi di non studio.
Da studente di TSO conobbi i volontari delle missioni AMOA, con cui si instaurò immediatamente un bellissimo rapporto di simpatia e amicizia. AMOA, che sempre ringrazierò, decise di scommettere sulle mie abilità chirurgiche e di sostenere il corso di studi che mi porterà nel 2015 a diventare OpeCat.
Negli anni successivi, sempre grazie al progetto di potenziamento chirurgico sostenuto da AMOA, si riuscì ad aumentare notevolmente il numero degli interventi chirurgici e delle visite effettuate nel centro oculistico dell’HSVP.
Nel frattempo, però, cresceva in me il desiderio di tornare a nord, nei luoghi dove ero nato: questo progetto diventò realtà nel dicembre 2018. Ma non ho mai voluto abbandonare quelle persone che mi hanno consentito una straordinaria crescita umana e professionale: torno così a Dschang con cadenza regolare per fare chirurgia, formazione e consultazioni.
Sì è realizzato oggi, grazie alla collaborazione con AMOA, il mio sogno di bambino. Ho già superato le mille operazioni e molte persone che erano ormai praticamente cieche hanno riacquistato la vista attraverso i nostri sforzi congiunti.
Ho quindi fondato un’associazione, “Vision Grabem”, per la lotta contro la cecità e l’educazione dei bambini vulnerabili. Sto allestendo un laboratorio di oftalmologia, ma l’obiettivo è creare un vero e proprio Centro per la cura e la salvaguardia della vista qui nel nord del Camerun dove la gente è poverissima, non possiede nulla e l’assistenza sanitaria è un sogno.